Lo psicoanalista Jacques Lacan, a cui si rifà l’orientamento del Centro di Ascolto, ci dice che il linguaggio non è stato inventato perché uomini e donne si capiscano meglio, ma semmai è proprio il linguaggio ad essere fondamentale generatore di equivoci, incomprensioni, ostilità tra gli esseri umani e in modo particolare tra uomini e donne.
La psicoanalisi ci dice inoltre che il linguaggio, sia verbale che corporeo, ha a che fare con la madre o con chi assolve la funzione materna: la madre per prima ci insegna a comunicare e lo fa secondo i propri codici linguistici, affettivi, culturali. Nel linguaggio e nel modo di comunicare di ognuno riecheggia l’ordine simbolico della madre e delle figure parentali: ogni soggetto umano, a qualunque sesso appartenga, comunica con l’altro, uomo donna, traducendo la normatività della madre e della propria famiglia d’origine. Per questo la pretesa di comunicare in modo lineare, universale ed omogeneo, con l’obiettivo illusorio di eliminare ogni incomprensione tra gli esseri umani, risulta inevitabilmente fallimentare.
L’idea di prevenire i fraintendimenti comunicativi conduce ad una burocratizzazione inutile, Che non tiene conto della strutturale e necessaria differenza tra uomini e donne e tra i vari soggetti umani. La donna è “altro” rispetto all’uomo ed è contrapposta all’uomo in modo speculare: lo stesso vale per l’uomo. Eppure, proprio a partire dalla differenza di genere, uomini e donne scoprono di appartenere alla stessa specie umana, scoprono di essere entrambi perennemente scontenti, scoprono ciò che hanno in comune attraverso la comune incapacità di essere padri madri, figli e figlie. La differenza tra loro rimane e riemerge proprio nella difficoltà ad intendersi, nella comunicazione conflittuale che però manifesta anche quanto ognuno, uomo o donna, sia inerme, senza dimora, mortale, ignaro del proprio vero desiderio. Uomini e donne parlano per comunicare e, se parlano, lo fanno perché l’altro risponda, anche con il silenzio. Questa apertura, questo vuoto creato dalla parola è il tratto distintivo di uomini e donne, che proprio con questo vuoto manifestano la propria mancanza con cui ognuno si deve confrontare.
Durante la giornata di aggiornamento, il dottor Giuseppe Ricca proporrà una trattazione antropologica e sociale, considerando come oggi la comunicazione passi dalla crisi comunicativa, dalla nuova sessuazione (gender) e dalle filiazioni (chi può fare figli e a nome di chi).
Il dottor Alessandro Guidi affronterà la questione del linguaggio come equivoco, della comunicazione attuale come mito dell’eliminazione dei conflitti (tecnologie, neuroscienze, Internet eccetera…), della differenza sessuale come manifestazione della singolarità della condizione della donna e dell’uomo moderni, sempre spostati, sempre eccentrici rispetto alle aspettative sociali, sempre obliqui rispetto al mistero della vita, sempre esuli e soli anche se costantemente “in contatto” tra loro.
Programma del corso:
- Ore 9.00: registrazione dei partecipanti
- Ore 9.30: Intervento della mattina – 1° parte (dott. G. Ricca)
- Ore 11.00: coffee break
- Ore 11.15: Intervento della mattina – 2° parte (dott. G. Ricca)
- Ore 12.30: Discussione
- Ore 13.00: pausa pranzo
- Ore 14.00: Intervento del pomeriggio – 1° parte (dott. A. Guidi)
- Ore 15.45: coffee break
- Ore 16.00: Intervento del pomeriggio – 2° parte (dott. A. Guidi)
- Ore 17.15: Discussione e conclusioni
Quota di iscrizione:
- 30 euro per i soci di AssoCounseling e/o del Centro di Ascolto anno 2018
- 60 euro per i non soci del Centro di Ascolto anno 2018 (compresa tessera associativa ordinaria annuale 2018/19)