CORSO TRIENNALE PER COUNSELOR AD ORIENTAMENTO PSICOANALITICO

CURRICULUM DI Alessandro Guidi

 

Alessandro Guidi
Direttore
Materia insegnata: Counseling ad orientamento psicoanalitico


Contatta Alessandro Guidi

Alessandro Guidi
Direttore
Materia insegnata: Counseling ad orientamento psicoanalitico


Contatta Alessandro Guidi

Alessandro Guidi è uno psicoterapeuta di formazione psicoanalitico-lacaniana.
Svolge attività di psicoanalista presso gli studi del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico di Pistoia ed Firenze.
E’ iscritto all’Albo degli psicologi della Regione Toscana, n° 2209, e abilitato all’esercizio dell’attività di psicoterapeuta.
E' membro di “Praxis” Associazione del Forum del campo lacaniano in Italia (F.C.L.). E’ membro dell’Internazionale del Forum del campo lacaniano (I.F.L).
E’ iscritto all’Albo professionale dei formatori Psicologici-Consulenti tecnici,settore funzionale appalti e contratti del Comune di Firenze, n° 385.
Dal 2002 a tutt’oggi coordina l’equipe  operativa e svolge attività di Consulente presso il “Consultorio delle coppie in crisi” del Comune di Firenze (Quartiere 2).
Si occupa di tutte le patologie legate alla sofferenza psicologica, al disagio nelle relazioni interpersonali, sentimentali e familiari

Curriculum formativo e professionale

Nel 1990 fonda e diviene direttore del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico, associazione No-Profit con sede a Pistoia e sezioni a Firenze, Brescia e Milano.
Dal 1990 è Docente e Formatore del Corso annuale all’ascolto ad orientamento Psicoanalitico (1990-2000) e dal 2000 è Docente e Formatore delle materie di “Counseling ad orientamento psicoanalitico” all’interno del Corso di Formazione per Counselor (riconosciuto dalla S.I.Co. - Società Italiana Counseling) del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico del quale è anche Direttore responsabile.
Dal 2002 a tutt’oggi coordina l’equipe operativa e svolge attività di Consulente presso il “Consultorio delle coppie in crisi” del Comune di Firenze (Quartiere 2).
Svolge supervisione clinica sui casi e sull’equipe degli operatori presso cooperative sociali e altre istituzioni pubbliche e private.
 
Pubblicazioni:

“Le Forme della Clinica” (a cura di), Clinamen, Firenze, 2007.
“L’ascolto ad orientamento psicoanalitico. Una prospettiva formativa per il Counselor sociale” Editrice Clinamen, Firenze, 2004.
Per La Casa Editrice Borla ha pubblicato i seguenti volumi:
Il rischio e la chiacchera; Contributi della clinica psicoanalitica alla funzione paterna (come curatore,1994);
Marx, Freud, Lacan.Le basi materialistiche nella Psichiatria e nella psicoanalisi (come curatore,1999).
Per la Editrice Clinamen dirige la collana “Fort-Da”, nel cui ambito ha curato il volume Agalma. La logica del desiderio (2000), e la rivista di psicoanalisi in estensione e counseling applicato al disagio sociale “Notes magico”.

I ANNO     
LINEE GUIDA
La psicoanalisi, nell'ambito del sapere contemporaneo, ha fornito strumenti metodologici fondamentali sia per un avanzamento della cura delle malattie mentali e del disagio psichico nell'attuale civiltà contemporanea, sia per un aumento di consapevolezza rispetto alle condizioni di malessere e di disagio proprie del soggetto impegnato ed implicato nella civiltà scientifica attuale.
La psicoanalisi si presta ad indicare, a chi le si avvicina, varie direzioni perchè esistono, attualmente, non una ma diverse ""psicoanalisi possibili"" e tutte rivendicano una loro fondamentalità assoluta ed unica. In realtà la lettura psicoanalitica, ossia la lettura delle patologie e della normalità del soggetto umano prevede, a partire da Freud che ne è il padre, momenti chiave che direzionano la psicoanalisi verso un'unica linea storica che ha valore di fondamento solo se aderisce il più possibile alla sua fonte originaria: cioè se aderisce alla parola del soggetto ed alle sue connessioni con il linguaggio.
Per questi motivi, e tenendo conto della formazione specifica da conferire a chi si avvicina ad un orientamento psicoanalitico dell'ascolto, la psicoanalisi è da considerarsi articolata secondo il concetto freudiano dell'ascolto della parola sancito ed affermato da Freud a partire dalla formulazione della psicoanalisi stessa, tra il 1895 e il 1898.

TESI n° 1

La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico passa dall'Altro all'altro l'Altro simbolico e l'altro immaginario sono due assi fondamentali della comunicazione e della interlocuzione con le quali ognuno, soprattutto l'operatore sociale, deve sempre fare i conti nel suo rapporto con il soggetto disagiato e in relazione con la propria personale struttura e storia soggettiva inconscia; ancor più, ognuno deve farci i conti quando vuole produrre materiale verbale analiticamente significativo e quando vuole saper produrre
ascolto competente. La I° tesi sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
l'inconscio, inteso come struttura a-storica, atemporale e insieme a-scrittiva, sta nelle
connessioni tra la parola ed il linguaggio: il percorso della psicoanalisi da Freud fino a Lacan.
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
che cosa l'operatore sociale o il soggetto umano nella sua quotidianità, ascoltano, nella loro pratica operativa e o/comunicativa, di essenziale e strutturale della parola, del gesto e del linguaggio dell'altro? La psicoanalisi ha messo a disposizione di chi le si avvicina ciò che essa ha evidenziato nella sua pratica, ovvero il fatto che si ascolta sempre ciò che fa riferimento al corpo, ai significanti uomo/donna e alla sessualità in quanto contenuti specifici e fondamentali della parola di ciascuno.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
ciò che si vede e si mostra e ciò che non si vede e non si mostra ma si può ascoltare nel disagio psichico presente in contesti simbolici non strutturati socialmente.

TESI n° 2

La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico tiene conto del contesto  biografico quotidiano e comunicativo di ogni soggetto sofferente, oltre che delle patologie con cui l'operatore (ma anche ogni soggetto nella sua pratica quotidiana) può imbattersi; tale contesto riguarda la storia familiare di ogni soggetto sofferente e l'esito che ha avuto su di lui l'accoglimento della sua domanda di disagio in ambito assitenziale/istituzionale (case famiglia, istituto, scuola, territorio ecc....). La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi :
l'ascolto nelle grandi cliniche istituzionali (Klein, Anna Freud, Winnicott, Mannoni, Dolto)
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
l'ascolto nel gioco infantile. La creatività, intesa come ascolto dell'inconscio e posta tra il fare e il dire.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
la cura della parola nella clinica transitoria dell'adolescenza. La crisi adolescenziale e la responsabilità del terapeuta e di chi si occupa dell'adolescente. Il ruolo fondamentale dell'operatore e la sua passata adolescenza. Il soggetto adolescenziale e  l'ascolto del suo malessere.
II ANNO
LINEE GUIDA
Le caratteristiche strutturali della psicoanalisi riguardano anche il suo tessuto fortemente esperienziale e le conferiscono un posto preciso nella storia della clinica psichica; per clinica psichica si deve intendere, secondo l'orientamento psicoanalitico, l'area in cui la patologia della psiche umana si costituisce come inevitabile conseguenza della stessa soggettività umana, per sua natura divisa. L'uomo è infatti un soggetto perennemente diviso: questo è il messaggio di Freud, per cui l'ascolto ad orientamento psicoanalitico non può e non deve discostarsi da una teoria del soggetto inteso come portatore di una condizione di divisione che sostiene e abita ogni essere umano.
Ora, la divisione del soggetto si coglie bene attraverso alcune modalità soggettive di comunicazione connesse con la parola ed il linguaggio e pertanto sarà necessario pensare la formazione all'ascolto psicoanalitico a partire da condizioni che permettano a chi frequenta il corso, di ascoltare l'altro e di farsi ascoltare a partire dalla soggettiva divisione e frammentarietà di ognuno, e che gli consentano anche di utilizzare paradigmi teorici utili a definire e a chiarificare il punto di vista psicoanalitico rispetto al ""legame sociale"": tale punto di vista è uno strumento prezioso per affrontare la dimensione sociale/relazionale di tutte le attuali formazioni patologiche (nuovi sintomi quali depressione, bulimia, anoressia, attacchi di panico, dipendenze).

TESI n° 3
La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico riguarda ciò che, del sapere psicoanalitico e del saper-fare ascolto, fa nodo come legame sociale:quest'ultimo detiene così tanto il potere di nominazione da restituire ad ogni soggetto umano ""un ordine di ferro"" (Lacan): in altre parole, ogni soggetto umano è fatto di ""legami"" e i suoi sintomi si strutturano proprio a partire dai suoi legami con l'Altro e con gli altri (altro familiare, altro sociale). La tesi n°3 sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente programma:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
la formazione della ""parola vuota"", ossia della parola alienata dall' ""io narcisistico"", (psicologia dell'io), è specifica della costruzione e della storia delle tecniche operative, che sono sempre strumentali all'uso applicativo che ne viene fatto: ad esse si contrappone la ""parola piena"" (atti mancati, sintomi, lapsus) implicata profondamente nella storia autentica di ogni soggetto umano (cioè parlante) e, perciò, vitale per il soggetto medeismo poichè punta al suo futuro mentre cerca di riorganizzarne il passato (disidentificazione e soggettivazione).
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
la questione della fusione/separazione dall'altro familiare e sociale nel fantasma dell'operatore delle cure: alienazione e individuazione. La normatività dell'inconscio e le sue implicazioni relazionali.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
il malato mentale tra provvisorietà e transitorietà fenomenica: l'operatore può ascoltare il sintomo dell'altro all'interno della situazione operativa in cui egli opera?

TESI n° 4
La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico mette alla prova il proprio personale desiderio di ""saperci fare"" con la parola dell'altro e anche con la propria. La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
quanto di analitico può esistere nell'intervento dell'operatore all'ascolto del disagio? Che cosa la psicoanalisi ha potuto dire, dalla sua origine ad oggi, a proposito del bisogno e del desiderio (di operare, di sapere, di amare, di odiare ecc...)?
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
l'inconscio, come discorso dell'Altro, quantifica il desiderio proprio e personale di ogni soggetto attraverso ""l'interlocuzione operativa"", cioè attraverso la comunicazione interpersonale messa in atto quotidianamente dall'incontro con la parola dell'altro.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
individuare ed ascoltare criticamente l'intromissione della questione fantasmatica ed emozionale e soggettiva nella relazione tra l'operatore delle cure e il ""suo utente"": l'identità sessuale dell'operatore, radice prima delle interferenze emotive personali nell'ascolto del disagio dell'altro.
III ANNO
programma3
"LINEE GUIDA
La psicoanalisi è nata come cura delle patologie psichiche, pertanto il sapere psicoanalitico e la cultura psicoanalitica coincidono con la clinica. Infatti la psicoanalisi, prima ancora di avere una storia ed una teoria compiute, è immediatamente clinica, si occupa cioè della sofferenza e delle patologie psicologiche del soggetto umano. Affinchè la clinica psicoanalitica sia interessante per gli operatori della/e cura, è necessario che questi si avvicinino alla pratica psicoanalitica  sia attraverso l'ascolto della parola di pazienti, sia attraverso la teorizzazione dell'ascolto ad orientamento psicoanalitico, secondo la quale ascoltare ciò che l'altro dice è altra cosa dal sentire le sue parole, poichè ascoltare implica anche l'atto etico dell'interpretare e del selezionare, per provare almeno a capire. Tutto questo comporta l'introduzione, nel lavoro di cura, e di aiuto, nelle relazioni educative e nella comunicazione interpersonale, di una disciplina dell'ascolto che è certamente scientifica ma soprattutto etica e che riguarda direttamente la posizione immaginaria e fantasmatica  dell'operatore (i suoi limiti, le sue questioni inconsce e immaginarie, le sue formazioni sintomatiche, il suo desiderio autentico nel lavoro di cura e di fronte al soggetto sofferente che lo interpella). A partire da queste considerazioni il III percorso di lavoro dell'area psicoanalitica farà riferimento al ""discorso dell'analista"" contrapposto a quello ""dell'Università"" e ""del Padrone"", e farà riferimento alle 3 strutture psichiche individuate da Freud secondo le quali ognuno sta male a modo suo (nevrosi, psicosi, perversione): la differenza tra le tre strutture servirà a comprendere la posizione di ogni operatore rispetto all'Altro. Per facilitare la comprensione della clinica prevista nel III percorso, il docente farà riferimento a frammenti di casi clinici, dai quali emergerà l'afflizione paradossale presente nella nostra società che pure è dotata di tutti i mezzi immaginabili per comunicare: c'è sempre qualcosa di indicibile, di equivoco, di altro, nella parola di chi parla che rende la parola paradossale ed insufficiente, e che mistifica, alienandola, la stessa relazione di ascolto.

TESI n° 5

La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico stabilisce una prima presa di contatto con il proprio immaginario; essa è indispensabile per una corretta educazione alla disidentificazione personale rispetto al fantasma dell'altro per individuare la logica mortifera della identificazione.
La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
la storia dell'etica psicoanalitica di contro al fascino di una società delle comunicazioni strutturato nel primato del mito, dei cliché, dell'archetipo, degli stereotipi presenti nella cultura sociale. La passione educativa dell'ascolto per persone che desiderano ascoltare, interpretare, capire.
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
la formazione del fantasma operativo nell'operatore della cura come incrocio tra il proprio vissuto e quello sociale comunitario: il linguaggio del gioco nelle dinamiche relazionali e comunitarie (fortuna, parola, illusione)
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
l'operatore della cura di fronte all'insopportabile della vita quotidiana (psico-patologia della vita quotidiana) ovvero di fronte ad inibizioni, sintomi e angosce che provengono all'operatore dalle parole, dai gesti e di comportamenti dell'altro (famiglia, istituzione, gruppo
 di riferimento, interlocutore, partner ecc....).

TESI n° 6

L'introduzione del ""discorso dell'analista"" come garanzia normativa della eticità che è fondamentale nel lavoro degli operatore che si occupano della cura di altri soggetti.
La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
il ""discorso dell'analista"" inteso come garanzia della astoricità dell'inconscio (soggetto supposto sapere) di contro al concetto di storicità dell'inconscio di tradizione junghiana prevalente invece nel campo istituzionale/formativo attuale.
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
il ruolo dell'Altro nella supervisione analitica ed il ruolo dell'Altro nel saper fare ascolto: cosa vuole l'Altro da me? e chi è l'Altro?
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
l'ascolto operazionale, di orientamento psicoanalitico, di fronte alla perversione sociale: ciò che si mostra e ciò che si fa osservare nella estetica dell'immaginario del corpo: il corpo-feticcio, l'ascolto delle pulsioni non addomesticate, la perversione dell'oggetto, il sovvertimento libidico nelle relazioni di cura."

 

Bibliografia

A. Guidi - L'Ascolto ad orientamento Psicoanalitico. Ed. Clinamen Firenze

CURRICULUM

Alessandro Guidi è uno psicoterapeuta di formazione psicoanalitico-lacaniana.
Svolge attività di psicoanalista presso gli studi del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico di Pistoia ed Firenze.
E’ iscritto all’Albo degli psicologi della Regione Toscana, n° 2209, e abilitato all’esercizio dell’attività di psicoterapeuta.
E' membro di “Praxis” Associazione del Forum del campo lacaniano in Italia (F.C.L.). E’ membro dell’Internazionale del Forum del campo lacaniano (I.F.L).
E’ iscritto all’Albo professionale dei formatori Psicologici-Consulenti tecnici,settore funzionale appalti e contratti del Comune di Firenze, n° 385.
Dal 2002 a tutt’oggi coordina l’equipe  operativa e svolge attività di Consulente presso il “Consultorio delle coppie in crisi” del Comune di Firenze (Quartiere 2).
Si occupa di tutte le patologie legate alla sofferenza psicologica, al disagio nelle relazioni interpersonali, sentimentali e familiari

Curriculum formativo e professionale

Nel 1990 fonda e diviene direttore del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico, associazione No-Profit con sede a Pistoia e sezioni a Firenze, Brescia e Milano.
Dal 1990 è Docente e Formatore del Corso annuale all’ascolto ad orientamento Psicoanalitico (1990-2000) e dal 2000 è Docente e Formatore delle materie di “Counseling ad orientamento psicoanalitico” all’interno del Corso di Formazione per Counselor (riconosciuto dalla S.I.Co. - Società Italiana Counseling) del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico del quale è anche Direttore responsabile.
Dal 2002 a tutt’oggi coordina l’equipe operativa e svolge attività di Consulente presso il “Consultorio delle coppie in crisi” del Comune di Firenze (Quartiere 2).
Svolge supervisione clinica sui casi e sull’equipe degli operatori presso cooperative sociali e altre istituzioni pubbliche e private.
 
Pubblicazioni:

“Le Forme della Clinica” (a cura di), Clinamen, Firenze, 2007.
“L’ascolto ad orientamento psicoanalitico. Una prospettiva formativa per il Counselor sociale” Editrice Clinamen, Firenze, 2004.
Per La Casa Editrice Borla ha pubblicato i seguenti volumi:
Il rischio e la chiacchera; Contributi della clinica psicoanalitica alla funzione paterna (come curatore,1994);
Marx, Freud, Lacan.Le basi materialistiche nella Psichiatria e nella psicoanalisi (come curatore,1999).
Per la Editrice Clinamen dirige la collana “Fort-Da”, nel cui ambito ha curato il volume Agalma. La logica del desiderio (2000), e la rivista di psicoanalisi in estensione e counseling applicato al disagio sociale “Notes magico”.

PROGRAMMA

I ANNO     
LINEE GUIDA
La psicoanalisi, nell'ambito del sapere contemporaneo, ha fornito strumenti metodologici fondamentali sia per un avanzamento della cura delle malattie mentali e del disagio psichico nell'attuale civiltà contemporanea, sia per un aumento di consapevolezza rispetto alle condizioni di malessere e di disagio proprie del soggetto impegnato ed implicato nella civiltà scientifica attuale.
La psicoanalisi si presta ad indicare, a chi le si avvicina, varie direzioni perchè esistono, attualmente, non una ma diverse ""psicoanalisi possibili"" e tutte rivendicano una loro fondamentalità assoluta ed unica. In realtà la lettura psicoanalitica, ossia la lettura delle patologie e della normalità del soggetto umano prevede, a partire da Freud che ne è il padre, momenti chiave che direzionano la psicoanalisi verso un'unica linea storica che ha valore di fondamento solo se aderisce il più possibile alla sua fonte originaria: cioè se aderisce alla parola del soggetto ed alle sue connessioni con il linguaggio.
Per questi motivi, e tenendo conto della formazione specifica da conferire a chi si avvicina ad un orientamento psicoanalitico dell'ascolto, la psicoanalisi è da considerarsi articolata secondo il concetto freudiano dell'ascolto della parola sancito ed affermato da Freud a partire dalla formulazione della psicoanalisi stessa, tra il 1895 e il 1898.

TESI n° 1

La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico passa dall'Altro all'altro l'Altro simbolico e l'altro immaginario sono due assi fondamentali della comunicazione e della interlocuzione con le quali ognuno, soprattutto l'operatore sociale, deve sempre fare i conti nel suo rapporto con il soggetto disagiato e in relazione con la propria personale struttura e storia soggettiva inconscia; ancor più, ognuno deve farci i conti quando vuole produrre materiale verbale analiticamente significativo e quando vuole saper produrre
ascolto competente. La I° tesi sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
l'inconscio, inteso come struttura a-storica, atemporale e insieme a-scrittiva, sta nelle
connessioni tra la parola ed il linguaggio: il percorso della psicoanalisi da Freud fino a Lacan.
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
che cosa l'operatore sociale o il soggetto umano nella sua quotidianità, ascoltano, nella loro pratica operativa e o/comunicativa, di essenziale e strutturale della parola, del gesto e del linguaggio dell'altro? La psicoanalisi ha messo a disposizione di chi le si avvicina ciò che essa ha evidenziato nella sua pratica, ovvero il fatto che si ascolta sempre ciò che fa riferimento al corpo, ai significanti uomo/donna e alla sessualità in quanto contenuti specifici e fondamentali della parola di ciascuno.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
ciò che si vede e si mostra e ciò che non si vede e non si mostra ma si può ascoltare nel disagio psichico presente in contesti simbolici non strutturati socialmente.

TESI n° 2

La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico tiene conto del contesto  biografico quotidiano e comunicativo di ogni soggetto sofferente, oltre che delle patologie con cui l'operatore (ma anche ogni soggetto nella sua pratica quotidiana) può imbattersi; tale contesto riguarda la storia familiare di ogni soggetto sofferente e l'esito che ha avuto su di lui l'accoglimento della sua domanda di disagio in ambito assitenziale/istituzionale (case famiglia, istituto, scuola, territorio ecc....). La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi :
l'ascolto nelle grandi cliniche istituzionali (Klein, Anna Freud, Winnicott, Mannoni, Dolto)
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
l'ascolto nel gioco infantile. La creatività, intesa come ascolto dell'inconscio e posta tra il fare e il dire.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
la cura della parola nella clinica transitoria dell'adolescenza. La crisi adolescenziale e la responsabilità del terapeuta e di chi si occupa dell'adolescente. Il ruolo fondamentale dell'operatore e la sua passata adolescenza. Il soggetto adolescenziale e  l'ascolto del suo malessere.
II ANNO
LINEE GUIDA
Le caratteristiche strutturali della psicoanalisi riguardano anche il suo tessuto fortemente esperienziale e le conferiscono un posto preciso nella storia della clinica psichica; per clinica psichica si deve intendere, secondo l'orientamento psicoanalitico, l'area in cui la patologia della psiche umana si costituisce come inevitabile conseguenza della stessa soggettività umana, per sua natura divisa. L'uomo è infatti un soggetto perennemente diviso: questo è il messaggio di Freud, per cui l'ascolto ad orientamento psicoanalitico non può e non deve discostarsi da una teoria del soggetto inteso come portatore di una condizione di divisione che sostiene e abita ogni essere umano.
Ora, la divisione del soggetto si coglie bene attraverso alcune modalità soggettive di comunicazione connesse con la parola ed il linguaggio e pertanto sarà necessario pensare la formazione all'ascolto psicoanalitico a partire da condizioni che permettano a chi frequenta il corso, di ascoltare l'altro e di farsi ascoltare a partire dalla soggettiva divisione e frammentarietà di ognuno, e che gli consentano anche di utilizzare paradigmi teorici utili a definire e a chiarificare il punto di vista psicoanalitico rispetto al ""legame sociale"": tale punto di vista è uno strumento prezioso per affrontare la dimensione sociale/relazionale di tutte le attuali formazioni patologiche (nuovi sintomi quali depressione, bulimia, anoressia, attacchi di panico, dipendenze).

TESI n° 3
La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico riguarda ciò che, del sapere psicoanalitico e del saper-fare ascolto, fa nodo come legame sociale:quest'ultimo detiene così tanto il potere di nominazione da restituire ad ogni soggetto umano ""un ordine di ferro"" (Lacan): in altre parole, ogni soggetto umano è fatto di ""legami"" e i suoi sintomi si strutturano proprio a partire dai suoi legami con l'Altro e con gli altri (altro familiare, altro sociale). La tesi n°3 sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente programma:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
la formazione della ""parola vuota"", ossia della parola alienata dall' ""io narcisistico"", (psicologia dell'io), è specifica della costruzione e della storia delle tecniche operative, che sono sempre strumentali all'uso applicativo che ne viene fatto: ad esse si contrappone la ""parola piena"" (atti mancati, sintomi, lapsus) implicata profondamente nella storia autentica di ogni soggetto umano (cioè parlante) e, perciò, vitale per il soggetto medeismo poichè punta al suo futuro mentre cerca di riorganizzarne il passato (disidentificazione e soggettivazione).
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
la questione della fusione/separazione dall'altro familiare e sociale nel fantasma dell'operatore delle cure: alienazione e individuazione. La normatività dell'inconscio e le sue implicazioni relazionali.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
il malato mentale tra provvisorietà e transitorietà fenomenica: l'operatore può ascoltare il sintomo dell'altro all'interno della situazione operativa in cui egli opera?

TESI n° 4
La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico mette alla prova il proprio personale desiderio di ""saperci fare"" con la parola dell'altro e anche con la propria. La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
quanto di analitico può esistere nell'intervento dell'operatore all'ascolto del disagio? Che cosa la psicoanalisi ha potuto dire, dalla sua origine ad oggi, a proposito del bisogno e del desiderio (di operare, di sapere, di amare, di odiare ecc...)?
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
l'inconscio, come discorso dell'Altro, quantifica il desiderio proprio e personale di ogni soggetto attraverso ""l'interlocuzione operativa"", cioè attraverso la comunicazione interpersonale messa in atto quotidianamente dall'incontro con la parola dell'altro.
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
individuare ed ascoltare criticamente l'intromissione della questione fantasmatica ed emozionale e soggettiva nella relazione tra l'operatore delle cure e il ""suo utente"": l'identità sessuale dell'operatore, radice prima delle interferenze emotive personali nell'ascolto del disagio dell'altro.
III ANNO
programma3
"LINEE GUIDA
La psicoanalisi è nata come cura delle patologie psichiche, pertanto il sapere psicoanalitico e la cultura psicoanalitica coincidono con la clinica. Infatti la psicoanalisi, prima ancora di avere una storia ed una teoria compiute, è immediatamente clinica, si occupa cioè della sofferenza e delle patologie psicologiche del soggetto umano. Affinchè la clinica psicoanalitica sia interessante per gli operatori della/e cura, è necessario che questi si avvicinino alla pratica psicoanalitica  sia attraverso l'ascolto della parola di pazienti, sia attraverso la teorizzazione dell'ascolto ad orientamento psicoanalitico, secondo la quale ascoltare ciò che l'altro dice è altra cosa dal sentire le sue parole, poichè ascoltare implica anche l'atto etico dell'interpretare e del selezionare, per provare almeno a capire. Tutto questo comporta l'introduzione, nel lavoro di cura, e di aiuto, nelle relazioni educative e nella comunicazione interpersonale, di una disciplina dell'ascolto che è certamente scientifica ma soprattutto etica e che riguarda direttamente la posizione immaginaria e fantasmatica  dell'operatore (i suoi limiti, le sue questioni inconsce e immaginarie, le sue formazioni sintomatiche, il suo desiderio autentico nel lavoro di cura e di fronte al soggetto sofferente che lo interpella). A partire da queste considerazioni il III percorso di lavoro dell'area psicoanalitica farà riferimento al ""discorso dell'analista"" contrapposto a quello ""dell'Università"" e ""del Padrone"", e farà riferimento alle 3 strutture psichiche individuate da Freud secondo le quali ognuno sta male a modo suo (nevrosi, psicosi, perversione): la differenza tra le tre strutture servirà a comprendere la posizione di ogni operatore rispetto all'Altro. Per facilitare la comprensione della clinica prevista nel III percorso, il docente farà riferimento a frammenti di casi clinici, dai quali emergerà l'afflizione paradossale presente nella nostra società che pure è dotata di tutti i mezzi immaginabili per comunicare: c'è sempre qualcosa di indicibile, di equivoco, di altro, nella parola di chi parla che rende la parola paradossale ed insufficiente, e che mistifica, alienandola, la stessa relazione di ascolto.

TESI n° 5

La formazione all'ascolto a orientamento psicoanalitico stabilisce una prima presa di contatto con il proprio immaginario; essa è indispensabile per una corretta educazione alla disidentificazione personale rispetto al fantasma dell'altro per individuare la logica mortifera della identificazione.
La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
la storia dell'etica psicoanalitica di contro al fascino di una società delle comunicazioni strutturato nel primato del mito, dei cliché, dell'archetipo, degli stereotipi presenti nella cultura sociale. La passione educativa dell'ascolto per persone che desiderano ascoltare, interpretare, capire.
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
la formazione del fantasma operativo nell'operatore della cura come incrocio tra il proprio vissuto e quello sociale comunitario: il linguaggio del gioco nelle dinamiche relazionali e comunitarie (fortuna, parola, illusione)
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
l'operatore della cura di fronte all'insopportabile della vita quotidiana (psico-patologia della vita quotidiana) ovvero di fronte ad inibizioni, sintomi e angosce che provengono all'operatore dalle parole, dai gesti e di comportamenti dell'altro (famiglia, istituzione, gruppo
 di riferimento, interlocutore, partner ecc....).

TESI n° 6

L'introduzione del ""discorso dell'analista"" come garanzia normativa della eticità che è fondamentale nel lavoro degli operatore che si occupano della cura di altri soggetti.
La tesi suddetta sarà articolata nei tre momenti didattici dell'area psicoanalitica con il seguente svolgimento:
1) Elementi di storia della psicoanalisi:
il ""discorso dell'analista"" inteso come garanzia della astoricità dell'inconscio (soggetto supposto sapere) di contro al concetto di storicità dell'inconscio di tradizione junghiana prevalente invece nel campo istituzionale/formativo attuale.
2) Teoria dell'ascolto psicoanalitico:
il ruolo dell'Altro nella supervisione analitica ed il ruolo dell'Altro nel saper fare ascolto: cosa vuole l'Altro da me? e chi è l'Altro?
3) Clinica dell'ascolto psicoanalitico:
l'ascolto operazionale, di orientamento psicoanalitico, di fronte alla perversione sociale: ciò che si mostra e ciò che si fa osservare nella estetica dell'immaginario del corpo: il corpo-feticcio, l'ascolto delle pulsioni non addomesticate, la perversione dell'oggetto, il sovvertimento libidico nelle relazioni di cura."

 

Bibliografia

A. Guidi - L'Ascolto ad orientamento Psicoanalitico. Ed. Clinamen Firenze

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