Per la
psicoanalisi la funzione paterna - o meglio la funzione
del nome del padre - è fondamentale per lo sviluppo
psicologico del soggetto umano. Parlare di
funzione paterna è per la psicoanalisi altra cosa
rispetto al parlare del padre in carne ed ossa: la
funzione paterna infatti indica un insieme di
caratteristiche che di solito vengono utilizzate da un
padre nei confronti del figlio ma che possono
appartenere anche ad un’altra figura familiare (nonno,
zio, la stessa madre…). Ciò che conta è che l’essere
umano, il bambino, incontri una figura che svolga tale
funzione paterna; l’incontro o meno con questa funzione
determinerà il destino del bambino stesso.
La clinica
ci insegna che paternità e maternità mettono di fatto in
luce i punti di fragilità dell’uomo e della donna: così
per l’uomo l’impatto con la paternità e l’incontro con
il figlio reale generano lo scarto tra l’uomo e il padre
e, ancor più, tra l’uomo e la funzione paterna. Affinché
la madre non faccia del figlio il suo oggetto di
godimento è essenziale che ci sia qualcuno, il padre di
solito, che distolga l’attenzione della madre dal
figlio, che separi la madre dalla donna che egli, in
quanto uomo, desidera, e che mostri a lei che è soltanto
con il “nome” paterno che il bambino può diventare un
soggetto sociale. Il seminario
analizzerà dettagliatamente i vari “nomi del padre”,
ossia i campi in cui può svolgersi la funzione paterna,
la sola in grado di castrare l’individuo, ovvero di
imporgli la legge, ma anche di aprirlo al desiderio e
alla creatività. Gli incontri di questo ciclo sono
destinati a psicologi, medici, insegnanti, studenti,
pedagogisti, educatori professionali, operatori sociali
e a chiunque sia interessato all’argomento ed abbia
familiarità col linguaggio psicoanalitico. |