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stress ‹strès› s. ingl.
«Ogni causa capace di esercitare sull’organismo, con la sua azione prolungata, uno stimolo dannoso.»
Vocabolario della Lingua Italiana Devoto-Oli.
Il concetto di stress appartiene, in senso stretto, più al sapere psicologico che a quello psicoanalitico. È però vero che sempre più spesso, al giorno d’oggi, gli psicoanalisti ascoltano persone che si presentano imputando allo stress i sintomi del loro disagio, come se esso fosse una nuova malattia dell’anima. Proprio per ciò, dato che la psicoanalisi ha insito in se il tentativo di chiarire i lati più oscuri dell’inconscio, questo seminario tenterà di affrontare una questione così complessa secondo un punto di vista inedito e non banale.
È forse paradossale, ma sostanzialmente inevitabile, la constatazione secondo cui la vita interiore sta, al giorno d’oggi, progressivamente e radicalmente scomparendo. Chi ha ancora un’anima e chi si interroga sulle cause vere e profonde della propria sofferenza? Sottoposti a continua tensione, impazienti di guadagnare e consumare sino all’eccesso, di godere e distruggere, di procreare oltre il limite temporale biologico, gli esseri umani tendono sempre più ad evitare di porsi domande, limitando la spiegazione dei loro malesseri, delle loro questioni ad un generico e indefinito “stress”.
Il “soggetto” sta scomparendo: restano i suoi sintomi e le sue difficoltà relazionali e sessuali, le sue tante dipendenze, le sue illusioni fallimentari. Resta una frenesia sociale a cui il soggetto si adatta accettando, di conseguenza, una logica mortifera che lo spinge verso un modo di vivere in cui bisogna consumare per soddisfare sempre nuovi bisogni creati artificialmente. |